Pazienti con disturbi psichiatrici e patologie internistiche


Di fronte ad un malato psichiatrico con comorbidità internistica si aprono due grandi problematiche: la difficoltà nel riconoscere i sintomi sia da parte del malato, sia da parte del medico, che spesso non è in grado di scindere tra sintomi reali e sintomi non-reali causati dalla patologia di base e la complessa interazione tra lo psichiatra e gli altri specialisti che si susseguono nella cura.

Negli ultimi anni, l’aumento di patologie internistiche nel malato con disturbi mentali sembra sia legato a difficoltà socio-ambientali incontrate da questi pazienti. Spesso, in virtù dei sintomi della malattia di base, i malati psichiatrici sono maggiormente a rischio di sviluppare dipendenze ( droghe, fumo di sigaretta ) e comportamenti a rischio ( dieta sregolata, abuso d’alcol, promiscuità sessuale ).

La malattia mentale è fortemente associata all’esposizione ai principali fattori di rischio cardiovascolare e diversi studi hanno riportato un’associazione indipendente tra le malattie cardiovascolari e psichiatriche.

Le problematiche psichiatriche continuano ad essere importanti fattori nella gestione delle malattie respiratorie. Tra disturbi psichiatrici e malattie respiratorie vi è una complessa interazione: patologie psichiatriche quali depressione, ansia e psicosi sono considerate fattori significativi di morbilità e mortalità nei pazienti con BPCO ( broncopneumopatia cronica ostruttiva ) e asma. La stessa BPCO è considerata un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie psichiatriche.

In ambito gastroenterologico, le malattie mentali ed i disturbi psicosomatici rivestono un ruolo di spicco sia nella gestione della terapia che nella qualità della vita dei pazienti, tramite la percezione della malattia e dei suoi sintomi. Nei pazienti affetti da celiachia, diversi studi hanno rilevato una maggiore prevalenza di sintomi depressivi e disturbi depressivi, inoltre in letteratura da anni si vanno incrementando le prove di una liaison tra malattie autoimmuni, celiachia in primis, e schizofrenia.

In ambito epatologico, la connessione che lega l’epatopatia alla malattia mentale è biounivoca. La presentazione di alcune malattie di fegato, come la malattia di Wilson, o la cirrosi epatica, comprende svariati sintomi neuro-psichiatrici. D’altra parte, i pazienti psichiatrici sono un gruppo ad alto rischio per malattie epatologiche: a causa dell’alto tasso di abuso di sostanze e di dipendenza, sono più esposti al danno da alcol e ad infezioni e coinfezioni da virus epatitici e da HIV.

La rilevanza della correlazione tra diabete, ridotta tolleranza glucidica e insulino-resistenza nei pazienti affetti da psicosi ad evoluzione cronica è data dall’evidenza che la comorbidità rappresenta un peggioramento complessivo della prognosi sia della patologia mentale, sia del diabete mellito. ( Xagena_2010 )

Durazzo M et al, Minerva Medica 2010;101:329-352



Link: MedicinaNews.it

Psyche2010