Criteri e protocolli di diagnosi della depressione
I medici di medicina generale difficilmente usano criteri e protocolli diagnostici formali per l'individuazione di disturbi psichiatrici. Questi strumenti, utilissimi nell'assistenza psichiatrica specialistica, spesso risultano inadeguati di fronte alla varietà dei sintomi
che si rilevano in un ambulatorio di primo livello, dove potrebbero essere sgraditi ad alcuni pazienti. Le resistenze del paziente di medicina generale ad accettare una diagnosi di disturbo psichiatrico è frequente e deriva da una cultura diffusa che identifica lo psichiatra come medico dei pazzi e qualsiasi patologia egli curi come stigmate sociale. A maggior ragione il medico di medicina generale deve essere in grado di fare diagnosi, anche generica, di psicopatologia; deve acquisire una tecnica di dialogo col paziente sufficiente a fargli accettare un eventuale consulto in un centro specialistico; deve essere in grado di diagnosticare l'ansia generalizzata o la depressione e di gestire personalmente un paziente depresso. Deve essere attento a rilevare:
-richieste di interventi o visite urgenti di fatto inappropriate, specie se ripetute;
-un'eccessiva richiesta di visite e d'esami;
-reazioni inattese ed inadeguate alla situazione durante una visita, come il pianto o un impulso aggressivo;
-un' apprensione non motivata nei riguardi di un familiare che sta male.
Ciascuno di questi segni riveste maggiore importanza se assume frequenza abitudinaria ( Xagena_2001 )
(BIF Gen-Feb 2001 )