La Comunità psicoterapeutica come risposta ad una situazione di disagio

A cura di L. d'Elia, C. Terapeutico-Riabilit."Passaggi", Oricola (Aq)

La Comunità psicoterapeutica (CPT) è solo una delle possibili risposte territoriali al disagio grave: essa è stata pensata come uno dei tanti nodi di una vasta rete di servizi, connotato però da un forte indirizzo terapeutico. Esistono infatti (sulla carta) numerose altre risposte possibili in relazione alla vasta gamma di bisogni dell'utenza: interventi psicoterapeutici integrati, ambulatoriali o domiciliari, semiresidenziali e diurni, residenziali con differenti gradazioni di "protezione" o con differenti tipologie d'intervento in un continuum che va dall'assistenza alla terapia a seconda dell'utenza.
La CPT è il luogo d'incontro elettivo e d'integrazione tra riabilitazione e terapia, ma anche tra differenti modalità d'intervento terapeutico: farmacologico, psicoteraputico, psicosociale. Non è pensabile, a mio parere, una CPT che sia ispirata da una monocultura dell'intervento o che realizzi una sola modalità d'intervento (solo psicoterapeutico, solo assistenziale, solo farmacologico, solo riabilitativo-psicosociale). La CPT è dunque lo spazio antropologico nel quale è più alto il livello di confronto tra l'universo della patologia e l'universo della salute psichica. In questo senso, l'organizzazione di una CPT non può che concepirsi come la rappresentazione di una mente gruppale e istituzionale viva, sana e creativa, capace in primo luogo di tollerare e contenere la patologia di individui e gruppo; ed in secondo luogo di attivare la matrice dinamica del gruppo. ( Xagena 2000)

(Keywords. comunità psicoterapeutica, CPT)