La proteina C-reattiva non è in grado di predire lo sviluppo di artrite reumatoide


Uno studio, compiuto da Ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e dell’Harvard Medical School, ha esaminato se i livelli di proteina C-reattiva, un marker sensibile di attività di malattia nell’artrite reumatoide, fossero associati ad un aumentato rischio di artrite reumatoide.

Lo studio ha riguardato 27.939 donne sane partecipanti allo studio Women’s Health Study, uno studio randomizzato che ha valutato l’impiego dell’Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) e della Vitamina E nella prevenzione della malattia cardiovascolare e del tumore.

Durante i 9.9 anni osservazionali ( follow-up ), è stata diagnosticata l’artrite reumatoide a 398 donne; 90 casi sono stati confermati utilizzando i criteri dell’American College of Rheumatology.

All’analisi aggiustata per età, il rischio relativo per lo sviluppo di artrite reumatoide, con l’aumentare dei terzili di proteina C-reattiva ( CRP ) ( primo, secondo e terzo ), è stato 1, 0.94 e 1.29, rispettivamente ( p = 0.30 per trend ).

Quando i Ricercatori hanno esaminato se i livelli di proteina C-reattiva fossero in grado di predire l’artrite reumatoide entro 4 anni, tra 5 ed 8 anni, e 9 o più anni dopo misurazione della CRP non è stata trovata alcuna significativa associazione.

I dati dello studio non hanno mostrato che i livelli della proteina C-reattiva siano in grado di predire un aumentato rischio di artrite reumatoide. ( Xagena_2006 )

Shadick NA et al, Arch Intern Med 2006, 166: 2490-2494




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Reuma2006