Prognosi dopo infezione da Virus del Nilo Occidentale


La prognosi a lungo termine nei pazienti infettati con il virus del Nilo Occidentale ( West Nile virus ) è scarsamente conosciuta.
L’infezione è diffusa soprattutto in Africa ( particolarmente in Egitto ), Medio Oriente, India, Europa e, negli Stati Uniti, dove la prima epidemia è avvenuta a New York nel 1999.
Il vettore virale è rappresentata dalla zanzara del genere Culex.
Di norma l’infezione ha un decorso benigno. In meno del 15% dei casi, negli anziani e nei soggetti più debilitati, possono manifestarsi gravi complicanze neurologiche, quali meningite o encefalite.

Ricercatori della McMaster University, ad Hamilton in Canada, hanno compiuto uno studio longitudinale di coorte con l’obiettivo di descrivere i pattern della funzione fisica e mentale dopo infezione con il virus del Nilo Occidentale, e di determinare i fattori associati alla guarigione.

Hanno partecipato allo studio 156 persone con infezione del virus del Nilo Occidentale.

Sono state impiegate le scale Physical Component Summary ( PCS ) e Mental Component Summary ( MCS ) del Short Form-36, Depression Anxiety Stress Scale ( DASS ), e Fatigue Severity Scale ( FSS ).

L’analisi ha escluso 7 pazienti che sono morti subito dopo la diagnosi di infezione da virus del Nilo occidentale; per questo motivo le stime di prognosi possono essere troppo ottimistiche.

Dallo studio è emerso che le misure di outcome fisico e mentale dei pazienti infettati con virus del Nilo Occidentale, appaiono normalizzarsi approssimativamente entro 1 anno.
La presenza di condizioni preesistenti di comorbidità è associata a tempi più lunghi di guarigione.

Fonte: Annals of Internal Medicine, 2008

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