Ginecologia e Ostetricia: diritto alla salute e alla vita
L’espressione diritto alla salute racchiude in sé il riconoscimento di due profili essenziali del diritto:
quello della difesa dell’integrità fisico-psichica della persona di fronte alle aggressioni o lesioni da parte di terzi, e quello della pretesa a ricevere prestazioni positive per la salute da parte della Repubblica.
Secondo la costituzione tutti i cittadini sono titolari della libertà di salute, anche i minorenni per la capacità giuridica che si accompagna alla nascita.
Il concetto di salute è originario, non è relativo ad assenza di malattia, ma nasce per precisare quali sono i fini della medicina e per la formulazione del giudizio etico sulla prassi medica. Secondo l’OMS la salute è uno stato di completo benessere, fisico, mentale e sociale, e non consiste soltanto in assenza di malattia o infermità.
Nasce così una prospettiva globale dell’attività sanitaria che non deve limitarsi a curare chi è già malato, ma si deve occupare della salute sotto l’aspetto della prevenzione, della cura e della riabilitazione.
I valori espressi dalla dignità dell’embrione umano sono riassunti in una serie di principi generali dell’agire morale che sono:
Principio di uni-totalità, comporta che l’embrione sia considerato come soggetto e non come oggetto, e che ogni offesa arrecata al corpo sia un’offesa arrecata al soggetto.
Principio di indisponibilità, esprime il divieto di ogni atteggiamento di dominio sull’embrione.
Principio di inviolabilità, vieta ogni forma di violenza o attività lesiva dell’integrità dell’embrione.
Principio di solidarietà, esprime il riconoscimento dell’embrione come altro e lo protegge in virtù della sua debolezza.
Principio di terapeuticità, indica l’orientamento che deve assumere il medico, ossia mettersi al servizio della salute dell’embrione.
La violazione di questi principi lede la dignità dell’embrione umano; va tuttavia ricordato che esiste il diritto di nascere ma anche il suo opposto, ossia il diritto a non-nascere o, meglio, il diritto a nascere sani, per cui esistono delle sentenze che osservano al bambino il diritto di ricevere da un medico il risarcimento per un handicap conseguente alla nascita, se l’errore del medico ha impedito alla madre il diritto di abortire. ( Xagena_2010 )
Gyne2010