Ischemia critica degli arti: trattamenti non-farmacologici


L’ischemia critica degli arti è caratterizzata clinicamente dalla presenza di dolore cronico a riposo e/o lesioni trofiche, quali ulcere e/o gangrene, di natura aterosclerotica, insorti da oltre 15 giorni, documentata oggettivamente e il cui esito più probabile, in assenza di consistenti miglioramenti emodinamici, è rappresentato da un’amputazione maggiore nell’arco dei 6-12 mesi successivi.

Ossigeno iperbarico

La Cochrane review ha concluso che la terapia iperbarica riduce significativamente il rischio di amputazione maggiore nei pazienti con ulcere diabetiche. Tuttavia, i risultati dovrebbero essere interpretati con cautela a causa dei difetti metodologici.
Altre patologie correlate all’arteriopatia obliterante periferica e al diabete non sono state valutate usando questo tipo di trattamento. Perciò, data l’assenza di un beneficio provato e l’alto costo, questa terapia non è generalmente raccomandata.
L’Ossigeno iperbarico può essere considerato in pazienti selezionati con ulcere ischemiche che non hanno risposto o non sono candidati alla rivascolarizzazione.

Stimolazione del midollo spinale

La Cochrane review, analizzando 6 studi che hanno incluso pazienti con ischemia critica degli arti, ha concluso che la stimolazione del midollo spinale è significativamente più efficace rispetto al trattamento conservativo nel migliorare la salvezza dell’arto in pazienti senza indicazione alla ricostruzione vascolare. ( Xagena_2007 )

Fonte: Giornale Italiano di Cardiologia, 2007