Aumentato rischio di insufficienza cardiaca dopo assunzione prolungata di Vitamina E
Nei pazienti con malattia vascolare o diabete mellito, l’assunzione per lunghi periodi della vitamina E può aumentare il rischio di insufficienza cardiaca.
I Ricercatori degli studi HOPE e di HOPE-TOO hanno valutato se l’assunzione nel lungo periodo con vitamina E fosse in grado di ridurre il rischio di tumore, di morte per cancro, e gli eventi cardiovascolari maggiori.
Sono stati studiati pazienti di età superiore ai 55 anni con malattia cardiovascolare o diabete mellito che hanno preso parte allo studio HOPE e alla sua estensione HOPE-TOO.
Allo studio HOPE hanno partecipato 9.541 pazienti, mentre hanno aderito allo studio di estensione, HOPE-TOO 3.994 pazienti.
Il periodo medio osservazionale è stato di 7 anni.
I pazienti sono stati assegnati in modo random ad assumere ogni giorno 400 UI di vitamina E di origine naturale, o placebo.
L’end point primario comprendeva l’incidenza di tumore, di morte per tumore, e di eventi cardiovascolari maggiori ( infarto miocardico, ictus, morte cardiovascolare ).
L’end point secondario era rappresentato da: insufficienza cardiaca, angina instabile e rivascolarizzazione.
Non sono state osservate differenze nell’end point primario tra i pazienti che hanno partecipato allo studio HOPE
Tuttavia i pazienti nel gruppo vitamina E hanno presentato un più alto rischio di insufficienza cardiaca ( RR = 1,13; p = 0,03 ) e di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca ( RR = 1,21; p = 0,045 ).
Anche tra i pazienti dello studio HOPE-TOO è stata osservata una maggiore incidenza di scompenso cardiaco e di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca tra i pazienti che avevano assunto vitamina E. ( Xagena )
Fonte: JAMA, 2005