Vitamina-D e rischio di malattie autoimmuni
Sono state valutate le evidenze epidemiologiche secondo cui la vitamina D può essere collegata al rischio di malattie autoimmuni.
La vitamina-D ha mostrato effetti sul sistema immunitario acquisito e innato, e i polimorfismi del gene del recettore della vitamina D sono stati associati a varie malattie autoimmuni.
In modelli sperimentali su animali, la supplementazione di vitamina D ha permesso di evitare o prevenire la malattia autoimmune.
Su 1446 studi identificati e controllati, 76 studi hanno esaminato i livelli di vitamina D nei pazienti con malattie autoimmuni, in particolare con malattia attiva, e li hanno confrontati con pazienti di controllo.
In tutto, 19 studi osservazionali o interventistici hanno valutato l'effetto della supplementazione di vitamina D come terapia per varie malattie autoimmuni ( ad esclusione della psoriasi e della vitiligine ), con una serie di diversi approcci di studio e risultati.
I pochi studi prospettici umani eseguiti hanno mostrato controversie sulla possibilità che sia il livello di vitamina D oppure la sua assunzione ad essere associato a rischio di malattia autoimmune.
Nessuno studio interventistico ha chiarito se la vitamina D sia in grado di influenzare il rischio di malattie autoimmuni umane.
In conclusione, i dati cross-sezionali hanno indicato un ruolo potenziale della vitamina-D nella prevenzione delle malattie autoimmuni, ma manca ancora una evidenza prospettica interventistica negli esseri umani. ( Xagena_2010 )
Kriegel Ma et al, Semin Arthritis Rheum 2010; Epub ahead of print