Tysabri per la sclerosi multipla recidivante-remittente nei pazienti ad alta attività di malattia non-responder a una precedente terapia


Il Comitato scientifico ( CHMP ) dell’EMA ( European Medicines Agency ) ha adottato un parere positivo per una variazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio di Tysabri ( Natalizumab ).
Il CHMP ha infatti raccomandato l’approvazione del farmaco per l’uso come terapia volta a modificare la progressione della sclerosi multipla recidivante-remittente ( SMRR ) nei pazienti con alta attività di malattia che non hanno risposto adeguatamente al precedente trattamento con ciclo completo di almeno un’altra terapia DMT ( Disease Modifying Therapy ).

Il parere positivo è supportato dall’esperienza a lungo termine nella pratica clinica evidenziata dal Natalizumab Observational Program ( TOP ), uno studio prospettico osservazionale in aperto della durata di 10 anni, ancora in corso, su pazienti affetti da sclerosi multipla redivante-remittente.

Il nuovo piano di gestione dei pazienti fornisce ai medici un algoritmo del rischio aggiornato che consente loro di discutere con i pazienti i rischi-benefici del trattamento con Natalizumab in maniera più personalizzata e, al contempo, offre ai medici delle chiare linee guida per una gestione più appropriata del paziente.

Secondo l'EMA, gli aggiornamenti mostrano che il rischio di sviluppare leucoencefalopatia multifocale progressiva ( PML ) è basso, inferiore rispetto alle stime precedenti, con valori di indice anticorpale pari o inferiori a 0.9 e che aumenta sostanzialmente nei pazienti con indici superiori a 1.5 trattati con Natalizumab per più di 2 anni.
Nei pazienti risultati negativi al test per gli anticorpi del virus JC, la stima del rischio di PML rimane invariata a 0.1 ogni 1.000 pazienti.

Natalizumab è un anticorpo monoclonale che si lega selettivamente alla alfa4-integrina; si ritiene che interrompa l’attività delle cellule infiammatorie nei pazienti con sclerosi multipla bloccando l’interazione tra l’alfa4beta1-integrina e la molecola di adesione cellulare vascolare-1.
L’annullamento di queste interazioni molecolari previene la trasmigrazione dei leucociti attraverso l’endotelio nel tessuto parenchimale infiammato.

Natalizumab è in grado di rallentare il progresso della malattia, riducendo il tasso di ricadute e il numero di lesioni cerebrali rilevate da risonanza magnetica, con elevato profilo di sicurezza.

I dati raccolti nella sperimentazione di fase III, AFFIRM, che sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine ( NEJM ), hanno dimostrato che al secondo anno, il trattamento con Natalizumab ha portato a una riduzione relativa del 68% ( p inferiore a 0.001 ) nel tasso delle ricadute annuali rispetto al placebo e alla riduzione del rischio relativo di avanzamento della malattia dal 42 al 54% ( sostenuto a 12-24 settimane rispettivamente, tutte con p infreriore a 0.001 ).

Nell’Unione Europea, Natalizumb è indicato come singola terapia modificante la malattia nei pazienti adulti con sclerosi multipla recidivante remittente ad alta attività, in presenza di attività patologica elevata nonostante il trattamento con Interferone-beta o con Glatiramer acetato, o nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente in forma grave in rapida evoluzione.

Natalizumab aumenta il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva, una rara infezione virale opportunistica che colpisce il cervello ed è stata associata a casi ad esito fatale o a grave disabilità.
I fattori che aumentano il rischio di questa malattia sono la presenza di anticorpi per il virus JC, l’uso di immunosoppressori e una maggiore durata del trattamento con Natalizumab.
I pazienti che presentano tutti e tre i fattori di rischio hanno maggiore possibilità di contrarre la leucoencefalopatia multifocale progressiva.

Natalizumab aumenta il rischio di sviluppare encefalite e meningite causate da herpes simplex e varicella zoster.

Inoltre sono stati anche rilevati casi di danni al fegato clinicamente rilevanti, dopo l’autorizzazzione all’immissione sul mercato, casi ad elevato rischio per la vita e casi ad esito fatale nei pazienti affetti da sclerosi multipla che hanno ricevuto il trattamento.

Tra gli altri effetti indesiderati riscontrati nei pazienti che sono stati trattati con Natalizumab si sono verificate reazioni di ipersensibilità ( anafilassi ) e infezioni, incluse infezioni opportunistiche e atipiche.

Tuttavia, il profilo complessivo rischio / beneficio di Natalizumab rimane positivo. ( Xagena_2016 )

Fonte: Biogen, 2016

Xagena_Medicina_2016