Trattamento endovascolare della insufficienza venosa cerebrospinale cronica nei pazienti con sclerosi multipla


Sono stati valutati in modo prospettico in uno studio i risultati a medio termine ( 6 mesi di follow-up ) del trattamento endovascolare nei pazienti con insufficienza venosa cerebrospinale cronica ( CCSVI ) e sclerosi multipla.

Un totale di 36 pazienti con sclerosi multipla e insufficienza venosa cerebrospinale cronica confermate sono stati sottoposti a trattamento endovascolare per mezzo di angioplastica uni-o bilaterale della vena giugulare con impianto di stent opzionale.

Tutti i pazienti hanno completato 6 mesi di follow-up.

Sono stati valutati lo stato di disabilità correlato alla sclerosi multipla e la qualità della vita 1, 3 e 6 mesi dopo l'intervento mediante le seguenti scale: Expanded Disability Status Scale ( EDSS ), Multiple Sclerosis Impact Scale ( MSIS-29 ), Scala della sonnolenza di Epworth ( ESS ), Scala di intolleranza al calore ( HIS ) e Fatigue Severity Scale ( FSS ). Per la valutazione della pervietà e della frequenza di ristenosi, è stato utilizzato l’esame US duplex Doppler.

Sei mesi dopo la procedura, la ristenosi nelle vene giugulari post-angioplastica è stata trovata nel 33% dei casi.

Tra i 17 pazienti sottoposti a impianto di stent nella vena giugulare, la ristenosi o una parziale trombosi in-stent è stata identificata nel 55% dei casi.

A 6 mesi di follow-up, non vi era alcun miglioramento significativo alla scala EDSS o ESS.
Il trattamento endovascolare dell’insufficienza venosa cerebrospinale cronica ha migliorato la qualità di vita secondo la scala MSIS-29, ma solo fino a 3 mesi dopo la procedura ( senza differenze nei 6 mesi di valutazione di follow-up ).

Sei mesi dopo l’angioplastica della vena giugulare ( con o senza impianto di stent ), un miglioramento statisticamente significativo è stato osservato solo nelle scale FSS e HIS.

In conclusione il trattamento endovascolare nei pazienti con sclerosi multipla e concomitante insufficienza venosa cerebrospinale cronica non ha influito sulla condizione neurologica del paziente, ma a metà del periodo di follow-up è stato osservato un miglioramento in alcuni parametri della qualità di vita. ( Xagena_2011 )

Kostecki J et al, Neuro Endocrinol Lett 2011; 32: 557-562



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