Gli immunomodulatori non influenzano gli esiti della gravidanza e non aumentano l’incidenza di malformazioni fetali
Medici dell’Hospital Clínico San Carlos, di Madrid in Spagna, hanno studiato il management ( gestione ) della gravidanza nelle pazienti affette da sclerosi multipla, sottoposte a terapia immunomodulatrice ( IMT ) nella pratica clinica di routine.
Inoltre è stato analizzalo l’esito della gravidanza ed il decorso clinico della sclerosi multipla nel periodo della gravidanza.
Lo studio retrospettivo e multicentrico è stato eseguito su pazienti che avevano ricevuto la terapia immunomodulatrice prima del concepimento.
Le pazienti sono state seguite per almeno 3 mesi dopo il parto.
Sono state analizzate un totale di 1.286 cartelle cliniche. Sono state identificate 88 gravidanze in 74 ( 6% ) donne, il 66% delle quali erano non esposte (a terapia IMT) ed il 34% esposte.
Nella maggior parte dei casi, la terapia immunomodulatrice era stata sospesa prima del concepimento e ripristinata poco dopo il parto.
L’esposizione accidentale a IMT non ha portato a dei tassi di aborto superiori ( P = 0,76 ) o a malformazioni.
Il tasso di recidiva è risultato diminuito durante la gravidanza ( 0,31 versus 0,61 nell’anno precedente la gravidanza ) ed aumentato dopo il parto ( 0,87 al terzo mese ), ritornando ai valori pre-concepimento al 12° mese.
Il valore mediano del punteggio EDSS non è aumentato durante lo studio.
I dati dello studio hanno mostrato che l’interruzione del trattamento immunomodulatorio prima del concepimento ed il suo ripristino subito dopo il parto è risultata essere la pratica clinica più frequente.
L’esposizione accidentale a IMT non ha influenzato gli esiti della gravidanza e non ha aumentato i tassi di malformazione.
La gravidanza è stata associata ad un ridotto tasso di recidiva. Non sono stati individuati fattori in grado di predire il rischio di recidiva durante o dopo la gravidanza. ( Xagena_2007 )
de Las Heras V et al, Mult Scler 2007 ; Epub ahead of print
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XagenaFarmaci_2007