Pazienti con grave insufficienza cardiaca cronica: l’esercizio fisico prolungato è associato ad una maggiore sopravvivenza


Ricercatori israeliani hanno valutato la tolleranza all’esercizio fisico, e la mortalità nei pazienti con grave insufficienza cardiaca cronica, in terapia medica ottimale.

Un totale di 42 pazienti consecutivi con grave insufficienza cardiaca cronica, in classe funzionale NYHA II, sono stati sottoposti ad un programma di riabilitazione cardiaca e di esercizio fisico.
Questi pazienti sono stati seguiti per 3 anni.

Il 48% ( n = 20 ) dei pazienti ha interrotto il training di esercizio fisico dopo un periodo di tempo intermedio di 1.6 anni ( gruppo A ), mentre il 52% ( n = 22 ) ha continuato il training per 3 anni ( gruppo B ).

La durata dell’esercizio, la distanza percorsa in 6 minuti e gli equivalenti metabolici sono stati valutati mediante protocollo di Bruce ( modificato ), prima, dopo 4.5 mesi e a 3 anni dopo l’inizio del training di esercizio.

I fattori di rischio per la cardiopatia ischemica sono risultati simili tra i gruppi, ad eccezione della prevalenza di diabete che era più alta nel gruppo A rispetto al gruppo B ( 11/20 versus 5/22; p = 0.03 ).

Un maggiore numero di pazienti nel gruppo A sono morti dopo interruzione del training di esercizio ( 4/20 versus 0/22; p = 0.01 ) rispetto ai pazienti del gruppo B.

Alla fine del periodo osservazionale ( 3 anni ) un significativo miglioramento è stato osservato nei pazienti del gruppo B rispetto a quelli del gruppo A nella durata dell’esercizio, distanza percorsa in 6 minuti e negli equivalenti metabolici ( p < 0.01 per tutti ).

Lo studio è giunto alla conclusione che i pazienti con grave insufficienza cardiaca cronica sottoposti ad esercizio fisico di lungo periodo hanno presentato una maggiore percentuale di sopravvivenza rispetto a coloro che ono stati sottoposti ad esercizio solo per un tempo intermedio. ( Xagena_2006 )

Tenenbaum A et al, Int J Cardiol 2006; Epub ahead of print






Cardio2006