I guadagni di peso corporeo dopo ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso cardiaco non sono predittivi di mortalità

 
L’aumento di peso è un importante determinante per l’ospedalizzazione nei pazienti ambulatoriali con insufficienza cardiaca, ma questo non è stato valutato nei pazienti ospedalizzati per peggioramento dello scompenso cardiaco.

E’ stata valutata la relazione tra cambiamenti del peso corporeo dopo ospedalizzazione per peggioramento dell’insufficienza cardiaca e il rischio di ripetuta ospedalizzazione e di mortalità nello studio EVEREST.

Lo studio EVEREST aveva assegnato in modo casuale 4.133 pazienti ospedalizzati per peggioramento dello scompenso cardiaco e con bassa frazione d’eiezione ( inferiore o uguale a 40% ) a Tolvaptan, un antagonista della Vasopressina, oppure a placebo.

E’ stato osservato che per i pazienti riospedalizzati per scompenso cardiaco a 60, 120 e 180 giorni dopo la dimissione, l’incremento di peso corporeo medio prima dell’evento è stato, rispettivamente, pari a 1.96, 2.07, e 1.97 kg, contro 0.74, 0.90. e 1.04 kg per i pazienti senza riospedalizzazione ( p<0.001 tutti i gruppi ).

Un profilo simile è stato osservato con l’ospedalizzazione per cause cardiovascolari. Tuttavia, gli aumenti del peso corporeo non erano predittivi di mortalità per qualsiasi causa.

In conclusione, i guadagni di peso corporeo dopo ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso cardiaco erano predittivi di ripetuta ospedalizzazione, ma non di mortalità nel periodo post-dimissione. ( Xagena_2009 )

Blair JEA et al, Eur Heart J 2009; 30 : 1666-1673



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Cardio2009