Il training aerobico riduce l’attivazione adrenergica e neuroormonale nei pazienti con insufficienza cardiaca


Uno studio di Ricercatori dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa ha valutato gli effetti del training fisico sull’attivazione neuroormonale nei pazienti con insufficienza cardiaca.

Un totale di 95 pazienti con insufficienza cardiaca sono stati assegnati in modo casuale a 2 gruppi: 47 pazienti ( gruppo T ) sono stati sottoposti ad un programma di training di 9 mesi al 60% del massimo consumo di ossigeno ( VO2 max ), mentre 48 pazienti non hanno preso parte al programma ( gruppo C ).

Hanno completato il protocollo 85 pazienti, 44 nel gruppo T ( frazione d’eiezione ventricolare sinistra media: 35% ) e 41 nel gruppo C ( frazione d’eiezione ventricolare sinistra media: 32% ).

A 9 mesi, i pazienti sottoposti a training hanno mostrato un miglioramento del carico di lavoro ( +14%; p < 0.001 ), VO2 di picco ( +13%; p < 0.001 ), funzione sistolica ( frazione d’eiezione: +9%; p < 0.01 ), e qualità della vita.

I valori di BNP, NT-proBNP e norepinefrina sono risultati diminuiti dopo il training ( -34%, p < 0.01; -32%, p < 0.05; -26%, p < 0.01, rispettivamente ).

L’aumento del consumo di ossigeno ( VO2 ) mediante il training si è correlato in modo significativo con i livelli di BNP e di NT-proBNP ( p < 0.001 e p < 0.01, rispettivamente ).

I pazienti che non sono stati sottoposti a training non hanno mostrato variazioni.

Secondo gli Autori, i benefici clinici dopo training fisico nei pazienti con insufficienza cardiaca sono associati allo smussamento dell’iperattività adrenergica e dell’iperespressione del peptide natriuretico. ( Xagena_2006 )

Passino C et al, J Am Coll Cardiol 2006; 47: 1835-1839






Cardio2006