Lo scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta e preservata ha la disfunzione cardiaca e non cardiaca come precursore


Lo scompenso cardiaco è una sindrome clinica caratterizzata da segni e sintomi che coinvolgono sistemi ad organi multipli.

Dati longitudinali che dimostrino che la disfunzione cardiaca asintomatica preceda lo scompenso cardiaco manifesto sono scarsi e il contributo della disfunzione non-cardiaca alla progressione dello scompenso cardiaco non è ben definito.

È stato ipotizzato che la disfunzione subclinica cardiaca e non-cardiaca possa accelerare la manifestazione dello scompenso cardiaco.

Sono stati studiati 1.038 partecipanti della coorte originale dello studio Framingham Heart Study ( età media, 76 anni; 39% uomini ) con valutazioni di routine della funzione ventricolare sinistra sistolica e diastolica.

I sistemi di organi maggiori non-cardiaci sono stati valutati utilizzando creatinina sierica ( renale ), albumina sierica ( epatica ), rapporto di volume espiratorio forzato in 1 secondo su capacità vitale forzata ( FEV1:FVC; polmonare ), concentrazione di emoglobina ( ematologia; capacità di trasportare ossigeno ) e conta dei leucociti ( infiammazione sistemica ).

Al follow-up ( media, 11 anni ), sono stati osservati 248 eventi di scompenso cardiaco incidente ( 146 in donne ).

Dopo aggiustamento per fattori di rischio stabiliti per scompenso cardiaco, una precedente disfunzione sistolica ( HR=2.33 ) e diastolica ( HR=1.32 ) del ventricolo sinistro è risultata associata a un aumento del rischio di scompenso cardiaco.

Dopo aggiustamento per disfunzione cardiaca, i più alti livelli di creatinina sierica, il più basso rapporto FEV1:FVC e le più basse concentrazioni di emoglobina sono risultate associate a un aumento del rischio di scompenso cardiaco ( tutte P inferiore a 0.05 ); l’albumina sierica e la conta dei leucociti non sono risultate associate.

La disfunzione subclinica in ciascun sistema d’organo non-cardiaco è risultata associata a un aumento del rischio di scompenso cardiaco del 30% ( P=0.013 ).

In conclusione, precedenti disfunzioni cardiache e non-cardiache sono associate a un aumento di incidenza di insufficienza cardiaca, indicando che lo scompenso cardiaco sia una sindrome progressiva e sottolineando l’importanza di fattori non-cardiaci nella sua insorgenza. ( Xagena_2011 )

Lam CS et al, Circulation 2011; 124: 24-30



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Cardio2011