Ormone tireotropo umano ricombinante nel gozzo multinodulare eutiroideo


La terapia convenzionale con radioiodio ( 131I ) è stata impiega negli ultimi 20 anni per il trattamento del gozzo nodulare di grandi dimensioni quando i pazienti presentino alto rischio operatorio o rifiutino l’intervento chirurgico.
Dopo un anno dalla terapia con radioiodio si osserva una riduzione media del volume del gozzo di circa 40%. Tuttavia la risposta individuale alla terapia è variabile e per bassi valori di captazione e per gozzi molto grandi sono necessarie alte attività di 131I per ottenere un adeguato accumulo di iodio nella tiroide.

Poter usare attività più basse di 131I permette di ridurre il carico di radiazioni al corpo e il tempo di restrizione dei contatti sociali. Inoltre, in base alle disposizioni in materia di radiazioni ionizzanti in vigore nei differenti Paesi la terapia con 131I potrebbe essere effettuata o in regime ambulatoriale o con un’ospedalizzazione più breve determinando una riduzione dei costi.

Gli effetti del rhTSH ( ormone tireotropo umano ricombinante ) sul gozzo possono essere dovuti non solo all’aumento della captazione di 131I, ma anche a una più omogenea distribuzione del radioiodio nella ghiandola e all’attivazione metabolica delle cellule tiroidee che le rende più sensibili alle radiazioni.

Gli effetti negativi acuti sono dovuti all’aumento degli ormoni tiroidei nel sangue e all’aumento del volume del gozzo che potrebbero causare rispettivamente sintomi cardiaci e compressione tracheale. Questi effetti sono probabilmente dose dipendenti e sono trascurabili con dosaggi più bassi di rhTSH. ( Xagena_2010 )

Ceccarelli C et al, Minerva Endocrinologica 2010;35:161-171



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