La misurazione della generazione della trombina permette di identificare i pazienti a basso rischio di tromboembolia venosa recidivante
Lo screening dei pazienti con tromboembolia venosa per i fattori di rischio trombofilici è una comune pratica clinica.
A causa dell’elevato numero di fattori di rischio, la valutazione del rischio di recidiva di tromboembolia venosa in un singolo paziente è complessa.
Ricercatori della Medical University di Vienna in Austria, hanno valutato la relazione tra recidiva di tromboembolia venosa ed un semplice saggio di coagulazione che misura la generazione di trombina.
Lo studio di coorte prospettico ha riguardato 914 pazienti con una prima tromboembolia venosa spontanea.
Questi pazienti sono stati seguiti in media per 47 mesi dopo l’interruzione della terapia con un antagonista della vitamina K.
Lo studio è stato condotto tra il luglio 1992 ed il luglio 2005.
La tromboembolia venosa si è ripresentata nell’11% ( n = 100 ) dei pazienti.
I pazienti senza tromboembolia venosa recidivante, presentavano una più bassa generazione di trombina rispetto ai pazienti con recidiva ( p < 0.001 ).
Il rischio relativo ( RR ) di recidiva è stato di 0.42 nei pazienti con valori di generazione di trombina tra 400nM e 300nM, rispetto ai pazienti con valori superiori a 400nM ( p < 0.001 ).
Per i pazienti con valori più bassi di 300nM, il rischio relativo è stato di 0.37.
Dopo 4 anni, la probabilità di recidiva è stata del 6.5% tra i pazienti con generazione di trombina inferiore a 400nM rispetto al 20% tra i pazienti con valori più alti ( p < 0.001 ).
I pazienti con generazione di trombina inferiore a 400nM, che rappresentavano i 2/3 di tutti i pazienti, presentavano un rischio relativo di recidiva del 60% rispetto a quelli con valori superiori ( RR = 0.40; p < 0.001 ).
Secondo gli Autori, la misurazione della generazione di trombina identifica pazienti a basso rischio per tromboembolia venosa recidivante. ( Xagena_2006 )
Hron G et al, JAMA 2006; 296: 397-402
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Cardio2006