Carcinoma metastatico resistente alla terapia ormonale: pre-chemioterapia orale con Enzalutamide
Il carcinoma alla prostata è il tumore più frequente nei maschi adulti. In Italia, ogni anno, le diagnosi di tumore alla prostata sono 35.000.
In una elevata percentuale di casi la malattia evolve in una forma resistente alla terapia anti-androgenica e metastatizza.
Per i pazienti con tumore della prostata metastatico resistente alla terapia ormonale e non-sottoposti a chemioterapia, è stato approvato un farmaco già impiegato dopo fallimento del trattamento chemioterapico, Enzalutamide ( Xtandi ).
Il trattamento del tumore alla prostata comprende diverse opzioni che vanno dalla chirurgia alla radioterapia, dall’ormonoterapia alle terapie sistemiche con chemioterapici.
La scelta della terapia dipende dalle caratteristiche del paziente e della malattia, e in determinati casi ( tumore non-aggressivo ) può essere instaurata una sorveglianza attiva.
Per i pazienti che vanno in progressione in corso di terapia ormonale di prima linea ( pazienti definiti resistenti alla castrazione ), ci sono diverse opzioni terapeutiche: farmaci chemioterapici, un radiofarmaco e farmaci ormonali di nuova generazione.
Enzalutamide è risultato efficace sia nei pazienti con metastasi ossee sia nei pazienti con metastasi viscerali, prolungando il controllo della malattia e la sopravvivenza e riducendo il rischio di eventi scheletrici.
Enzalutamide, legandosi in maniera potente e prolungata al recettore degli androgeni, ripristina il controllo della cellula maligna prostatica e ne può indurre la morte; inoltre il farmaco riduce anche il rischio di fratture e compressioni del midollo spinale nei pazienti con metastasi ossee.
Gli analoghi agonisti di LHRH rappresentano la terapia standard della malattia metastatica o delle recidive dopo il trattamento con chirurgia e radioterapia.
La fascia d’età più a rischio di sviluppare un tumore allaa prostata è quella sopra i 60-65 anni, essendo questa una neoplasia caratteristica dell’età matura o avanzata.
E’ una patologia ormono-dipendente.
Fattori di rischio, oltre all’età, sono la familiarità, lo stile di vita, una dieta troppo ricca di grassi, l’obesità.
Il tumore alla prostata non si manifesta con segni o sintomi specifici; la difficoltà a urinare, la fatica a emettere il getto sono tipici segni di una prostata ingrossata che spesso coesiste con il tumore.
In fase avanzata un segnale di malattia è rappresentato anche dal sangue nelle urine.
Circa due pazienti su dieci arrivano alla diagnosi quando il tumore è già in fase avanzata. Fino al 40% dei malati sviluppa nel tempo un tumore metastatico, che nella maggior parte dei casi diventerà resistente alle terapie ormonali. ( Xagena_2016 )
Fonte: SIUrO, 2016
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