Tumore al polmone: la chemioterapia metronomica controlla la malattia con meno tossicità
La chemioterapia metronomica si basa sull'impiego di dosaggi più bassi, ma giornalieri e senza intervalli. Questo approccio garantisce ai pazienti oncologici, a parità di efficacia, una migliore qualità di vita con una buona tollerabilità.
Al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica ( ESMO ) l'approccio metronomico ha dimostrato un’efficacia per i pazienti con tumore al polmone ( in termini di sopravvivenza e di controllo della malattia ) paragonabile alla chemioterapia standard, riducendo in modo netto gli effetti collaterali.
Nello studio randomizzato di fase II ( TEMPO Lung ) sono stati coinvolti a livello europeo 165 pazienti colpiti da tumore del polmone non a piccole cellule, mai trattati prima ( e non candidabili a chemioterapia a base di Platino ).
A 83 pazienti la chemioterapia ( Vinorelbina ) è stata somministrata in prima linea secondo il dosaggio standard ( 60-80 mg/m², una volta a settimana ), mentre 82 sono stati trattati con lo schema metronomico ( Vinorelbina orale metronomica ), dose fissa e frequente ( 50 mg, 3 volte a settimana ).
La chemioterapia metronomica ha raddoppiato l’obiettivo primario dello studio, cioè la sopravvivenza libera da progressione senza tossicità di grado 4, pari a 4 mesi versus 2,2 dello schema standard.
Gli altri parametri di attività e di efficacia considerati nello studio erano sovrapponibili: la sopravvivenza libera da progressione mediana ( senza considerare anche la tossicità ) è risultata di 4,3 mesi nel braccio sperimentale rispetto a 3,9 mesi della chemioterapia standard. E la sopravvivenza globale era, rispettivamente, di 7,1 e 7,6 mesi.
Importante anche il controllo della malattia, ad indicare la possibilità di arrestare la crescita del tumore, raggiunto nel 63,9% dei pazienti trattati con l'approccio metronomico rispetto al 63,4% con chemioterapia tradizionale.
I parametri di sicurezza hanno confermato la migliore tollerabilità del trattamento metronomico: gli eventi avversi correlati al trattamento sono stati pari al 61,4% nel braccio sperimentale versus l’84% con chemioterapia standard.
Ancor più netta la differenza negli eventi avversi ematologici, in particolare la neutropenia severa che con la metronomica si riduce dal 52% all’11%.
L’esposizione costante della neoplasia ai farmaci chemioterapici non determina solo una tossicità diretta sulle cellule tumorali, ma anche un effetto sul loro microambiente perché inibisce l’angiogenesi neoplastica, cioè il meccanismo di formazione di nuovi vasi sanguigni, responsabile della crescita tumorale e delle metastasi.
La chemioterapia metronomica presenta un’elevata tollerabilità e può essere utilizzata per lunghi periodi di tempo. Inoltre grazie all’impiego di formulazioni orali, il paziente segue la terapia al proprio domicilio e si reca in ospedale solo per controllare gli esami del sangue e ritirare le nuove compresse. ( Xagena_2019 )
Fonte: ESMO Meeting, 2019
Xagena_Medicina_2019