Tumore al cervelletto in età pediatrica: AA7.1, una molecola in grado di arrestare la proliferazione del tumore e di invertire il processo da maligno a benigno
Dal Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie Avanzate ( CEINGE ) di Napoli, arrivano nuove speranza per la diagnosi e la cura del tumore pediatrico del cervelletto, il medulloblastoma di gruppo 3.
E' stato sperimentato in vivo un nuovo farmaco in grado non solo di fermare la proliferazione metastatica, ma di invertire il processo da maligno in benigno.
La molecola è stata testata su modelli murini ed è risultata pienamente efficace e senza controindicazioni.
Ora dovrà ora essere sottoposta agli studi di tossicità e farmacodinamica nell’uomo, perché possa essere utilizzata a scopo terapeutico nei bambini.
Si tratta di un traguardo importante per la diagnosi e la cura di un tipo tumore pediatrico per il quale oggi esiste solo la possibilità di attuare un protocollo cosiddetto «d alto rischi»: in pratica non esiste terapia.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Brain, è stato realizzato da un gruppo di ricercatori, coordinato da Massimo Zollo dell’Università Federico II di Napoli.
E' stato identificato il meccanismo di azione del processo metastatico che parte da medullosfere ( cellule staminali tumorali ), presenti nel cervelletto, con sviluppo di metastasi nella colonna spinale del bambino affetto.
In modelli murini è stato effettuato un xenotrapianto di cellule di gruppo 3 ed è stato dimostrato che è possibile inibire il processo di proliferazione e di migrazione di queste cellule nel cervelletto dei topi le quali non sono più in grado di attivare il processo metastatico grazie all’uso di un nuovo farmaco messo a punto dal gruppo di ricerca e testato per la sua efficacia e tossicità nel modello murino.
La combinazione tra le radiazioni alle cellule metastatiche del medulloblastoma di gruppo 3 e la presenza del farmaco raggiunge un effetto superiore rispetto al singolo utilizzo delle due componenti terapeutiche e che è quindi applicabile nell’ambito di protocolli di terapia convenzionale per i tumori definiti ad alto rischio nel bambino.
Inoltre, grazie agli studi di next-generation-sequencing ( NGS ) sono state identificate le mutazioni occorrenti durante la progressione tumorale con il sequenziamento dell’intero genoma delle cellule metastatiche del bambino affetto da medulloblastoma del gruppo 3.
In questo modo sono stati identificati altri nuovi geni target, le cui mutazioni erano sconosciute per la terapia nell’uomo.
Questo studio ha definito per prima volta che i tumori nel cervelletto del bambino presentano geni mutati che influenzano negativamente l’azione del sistema immunitario attivo nel cervello.
Quindi l’approccio immunoterapeutico che agisce attraverso una sua specifica attivazione delle cellule immunitarie stesse per combattere il tumore deve essere usato con cautela proprio per la presenza di meccanismi genetici di evasione dall’azione del sistema immunitario nel combattere il medulloblastoma.
Al momento lo studio ha dimostrato efficacia del nuovo farmaco ( AA7.1 ) in modelli murini, con assenza di tossicità nel topo, ma apre la strada all’utilizzo negli esseri umani, che potrà essere attuato appena saranno completati gli studi di tossicità e farmacodinamica nell’uomo. ( Xagena_2018 )
Fonte: CEINGE, 2018
Xagena_Medicina_2018