Tumore della prostata: prevenzione


Prevenzione

Solo il beta–carotene sembra possedere un debole effetto protettivo nei confronti del tumore alla prostata

E’ stata ipotizzata un’associazione tra assunzione di retinoidi e di carotenoidi ed il rischio di tumore alla prostata.

Una ricerca, coordinata dall’Istituto Mario Negri di Milano, ha valutato il ruolo dei retinoidi e di specifici carotenoidi nell’insorgenza del carcinoma prostatico.

Sono stati esaminati 1294 casi di tumore alla prostata in soggetti di età inferiore ai 75 anni.

E’ stato osservato che il rischio di carcinoma prostatico tendeva a diminuire con l’aumentare dell’assunzione di retinolo ( odds ratio, OR = 0,79 per il quintile superiore di assunzione rispetto al quintile inferiore ), di carotene ( OR = 0,70 ), alfa-carotene ( OR = 0,85 ) e beta–carotene ( OR = 0,72 ).

Nessuna significativa associazione è emersa per i carotenoidi non-provitamina A, come licopene ( OR = 0,94 ) e luteina/zeaxantina ( OR = 0,91 ).

Sulla base di questi dati gli Autori ritengono che il carotene, ed in particolare il beta-carotene, possegga un debole effetto protettivo nei confronti del rischio di tumore alla prostata.

Altri carotenoidi, come il licopene, ed il retinolo non sembrano avere effetti apprezzabili sul rischio di questo tumore.

Bosetti C et al, Int J Cancer 2004; 112: 689-692


La vitamina E riduce il rischio di tumore alla prostata

Lo studio ATBC ( Alpha-Tocopherol, Beta–Carotene Cancer Prevention ) ha dimostrato una riduzione del 32% nell’incidenza di tumore alla prostata dopo assunzione giornaliera di alfa-Tocoferolo come supplemento.

Ricercatori del National Cancer Institute hanno esaminato le concentrazioni plasmatiche basali di alfa-Tocoferolo e di gamma-Tocoferolo per confrontare le rispettive associazioni al rischio di tumore alla prostata.

Dalla coorte dello studio ATBC, composta da 29133 uomini finlandesi di 50-69 anni, sono stati selezionati in modo random 100 pazienti con carcinoma prostatico.

L’odds ratio per il terzile superiore rispetto a quello inferiore è stato 0,49 per l’alfa-Tocoferolo ( p per trend = 0,05 ) e 0,57 per il gamma–Tocoferolo ( p per trend = 0,08 ).

Ulteriori analisi hanno mostrato che l’associazione tra alti livelli plasmatici di Tocoferolo e basso rischio di tumore prostatico era più forte tra i soggetti che assumevano alfa-Tocoferolo come supplemento.

Weinstein JS et al, J Natl Cancer Inst 2005; 97: 396-399


L’impiego regolare e per lungo periodo dell’Aspirina può ridurre il rischio di tumore alla prostata

Ricercatori del Centre de Recherche en Cancerologie dell’Université Laval in Canada hanno studiato la relazione tra assunzione di farmaci antinfiammatori e rischio di carcinoma della prostata.

I dati riguardanti l’esposizione ai farmaci antinfiammatori per 8 anni sono stati ottenuti dal Quebec Health Insurance System Database.

Tra i 2221 casi di tumore della prostata e gli 11.105 controlli, è stato osservato un trend negativo tra durata dell’impiego di Aspirina e rischio di carcinoma della prostata ( p=0.0009 ).

L’esposizione ad un dosaggio medio giornaliero di Aspirina di almeno 80 mg, mantenuto per gli 8 anni del periodo osservazionale, è risultata associata ad una riduzione del 18% del rischio di tumore alla prostata ( OR= 0,82 ).

L’effetto positivo dell’Aspirina è cessato dopo 1 anno dalla fine della regolare assunzione di Aspirina per un periodo di 7 anni.

Questi risultati indicano che l’impiego regolare e per lungo tempo di Aspirina , ad un dosaggio di almeno 80 mg/die, può ridurre il rischio di carcinoma della prostata.

Perron L et al, Int J Cancer 2003; 106:409-415


Scarsa attività antitumorale del tè verde nei pazienti con carcinoma prostatico androgeno-indipendente

Studi di laboratorio ed epidemiologici hanno ipotizzato che il tè verde abbia effetti antitumorali nei pazienti con carcinoma della prostata.

Uno studio condotto dal North Central Cancer Treatment Group ha valutato l’effetto antineoplastico del tè verde nei pazienti (n=42) con carcinoma della prostata androgeno-indipendente.

Ai pazienti sono stati somministrati 6 grammi di tè verde al giorno, divisi in 6 dosi. Ciascuna dose conteneva 100 calorie e 46 mg di caffeina.

La risposta tumorale, definita come una riduzione maggiore o uguale al 50% nel valore basale del PSA ( antigene prostatico specifico ) , si è presentata in un solo paziente.
La risposta non è risultata superiore ai 2 mesi.

Alla fine del primo mese è stato osservato un aumento dei valori di PSA del 43%.

La tossicità del tè verde è stata di grado 1 o 2 e si è presentata nel 69% dei pazienti ed ha compreso: nausea, emesi, insonnia, fatica, diarrea, dolore addominale e confusione.
Si sono anche presentati 6 episodi di tossicità di grado 3 ed un episodio di tossicità di grado 4.

Da questo studio è emerso che il tè verde ha una limitata attività antineoplastica tra i pazienti con tumore della prostata androgeno-indipendente.

Jatoi A et al, Cancer 2003; 97:1442-1446

Xagena

Ultimo aggiornamento, Marzo 2005