Proscar per la prevenzione del cancro alla prostata
È stato dimostrato che la Finasteride ( Proscar ) riduce l'incidenza di carcinoma della prostata, ma l'utilizzo di questo farmaco rimane basso a causa del rischio di effetti avversi.
Uno studio ha determinato se i livelli di PSA ( antigene specifico prostatico ) fossero in grado di identificare un sottogruppo di pazienti ad alto rischio per i quali i benefici del trattamento con Finasteride fossero superiori ai rischi.
I dati grezzi dello studio Prostate Cancer Prevention Trial sono stati utilizzati per modellare le strategie di trattamento chemiopreventivo: trattare tutti gli uomini, non trattare nessuno o trattare un sottogruppo di persone ad alto rischio in base al livello di PSA.
Benefici ( riduzione nel tasso di tumore ) e rischi ( tasso di trattamento ) di ciascuna strategia sono stati valutati utilizzando soglie NNT ( numero di pazienti da trattare ), cioè il numero massimo di uomini che un medico dovrebbe trattare con Finasteride per prevenire un tumore.
Dei 9.058 uomini, 1.957 hanno ricevuto diagnosi di tumore alla prostata nel corso dei 7 anni dello studio.
Per l'endpoint tutti i tumori, la strategia ottimale è risultata quella di trattare tutti o quasi tutti gli uomini, mentre per ridurre il rischio di tumori identificati attraverso pratiche standard, la strategia ottimale è trattare gli uomini con PSA maggiore di 1.3 o maggiore di 2 ng/mL.
Per esempio, trattare solo gli uomini con PSA maggiore di 2 ng/mL permette di ridurre il tasso di trattamento dell'83%, con un tasso di cancro solo 1.1% più alto di quello osservato trattando tutti gli uomini.
In conclusione, i medici che volessero ridurre il rischio di carcinoma prostatico identificabile con biopsia dovrebbero raccomandare l'uso di Finasteride a tutti gli uomini, e quelli che credono non sia necessario prevenire tutti i tumori, ma che ritengono auspicabile prevenire quelli identificabili mediante screening, dovrebbero raccomandare Finasteride solo a un sottogruppo ad alto rischio. ( Xagena2010 )
Vickers AJ et al, J Clin Oncol 2010; 28: 1112-1116
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