Carcinoma a cellule di transizione dell’urotelio: chemioterapia palliativa con Cisplatino, Gemcitabina, e Paclitaxel come trattamento di prima linea dopo monoterapia con Gemcitabina
I chemioterapici sono attivi nei confronti del carcinoma a cellule di transizione dell’urotelio e le combinazioni hanno evidenziato risultati promettenti.
Uno studio ha valutato la chemioterapia palliativa con Gemcitabina, Paclitaxel e Cisplatino nel carcinoma a cellule di transizione.
Hanno preso parte allo studio 34 pazienti con carcinoma a cellule di transizione dell’urotelio in stadio avanzato.
A tutti i pazienti è stata somministrata una chemioterapia con Gemcitabina per via endovenosa alla dose di 1000 mg/m2 al giorno I e VIII, Paclitaxel per via endovenosa al dosaggio di 80 mg/m2 al giorno I e VIII, e Cisplatino per via endovenosa al dosaggio di 50 mg/m2 al giorno II.
I cicli di trattamento sono stati ripetuti ogni 21 giorni.
Dopo il completamento di 4-6 cicli di questo regime di trattamento è stata somministrata una dose di Gemcitabina di 1000 mg/m2 ogni 28 giorni.
Dodici pazienti ( 35.3% ) hanno presentato 1 o più mestastasi viscerali. Ventidue pazienti ( 64.7% ) hanno raggiunto gli obiettivi preposti per quanto riguarda la risposta al trattamento ( 29.4% di risposte complete ).
La mediana della sopravvivenza è stata pari a 18.5 mesi e i tassi di sopravvivenza a 1 e 2 anni sono stati, rispettivamente, pari al 56% e al 26%.
Dopo un follow-up mediano di 16.3 mesi, 18 pazienti erano ancora in vita. La sopravvivenza mediana libera da progressione della malattia è stata pari a 7 mesi. La sopravvivenza mediana per i pazienti con performance status alla diagnosi ( ECOG ) pari a 0, 1 e 2 è stata pari a 45, 12 e 10.5 mesi, rispettivamente.
Nel 41.2% dei pazienti è stata riscontrata una neutropenia di grado 3-4.
Dallo studio è emerso che la combinazione di Gemcitabina, Paclitaxel e Cisplatino rappresenta un regime altamente efficace e tollerabile per i pazienti con carcinoma a cellule di transizione dell’urotelio in stadio avanzato. Questo trattamento dovrebbe essere considerato un’opzione percorribile, con riserva di ulteriori valutazioni prospettiche. La performance status alla diagnosi ECOG e le metastasi viscerali rappresentano dei fattori predittivi importanti per quanto riguarda la sopravvivenza. ( Xagena_2009 )
Ecke TH et al, Minerva Urologica e Nefrologica 2009; 61: 1-8
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