Terapia miniinvasiva dell'ipertrofia prostatica: ablazione prostatica con ago a radiofrequenza (tuna)
La ipertrofia prostatica benigna consiste in un ingrossamento di parte della prostata (ghiandola situata al di sotto della vescica e attraversata dall'uretra che veicola l'urina all'esterno) con alterazione del deflusso dell'urina e con sintomi ostruttivi (difficoltà nell'urinare, necessità di "spingere") o irritativi (urinare spesso). Le opzioni terapeutiche in fase iniziale sono prevalentemente mediche, mentre la terapia chirurgica è di solito riservata ad ostruzioni importanti; in caso di pazienti giovani, con prevalente sintomatologia irritativa, con prostata di dimensioni medio-piccole e con ostruzione moderata è oggi presente una alternativa chirrurgica miniinvasiva che sfrutta l'azione di onde a radiofrequenza sulla componente ipertrofica (ingrossata) della prostata determinando una necrosi con riduzione del tessuto responsabile dei sintomi. Dopo avere misurato con ecografia i diametri della prostata si introduce per via transuretrale uno sturmento al cui apice stanno due aghi che vengono infissi dall'uretra nella prostata ed a cui viene applicata l'energia suddetta; una continua irrigazione con liquido sterile e un monitoraggio delle temperature intrauretrali evitano lesioni non richieste oltre l'azione terapeutica. La procedura dura pochi minuti (20 - 30), può essere eseguita in anestesia locale e in regime di day-hospital; il paziente tiene il catetere vescicale per 24 ore e solitamente non si verificano episodi di ritenzione urinaria.30 - 60 giorni dopo l'intervento si può apprezzare un notevole miglioramento dei sintomi irritativi (urinare spesso, urinare la notte); la procedura è indicata nei pazienti che non rispondono adeguatamente alla terapia medica e nei quali si voglia evitare una resezione completa della ghiandola ipertofica. Ovviamente con le metodiche a disposizione (visita, dosaggio del PSA ed ecografia prostatica) deve essere esclusa una neoplasia prostatica. ( Xagena 2001 )