La variante sudafricana del coronavirus appare ridurre di due terzi l'efficacia del vaccino Comirnaty di Pfizer - BioNTech


Le nuove forme del virus SARS-CoV-2, denominate varianti ( soprattutto quelle scoperte nel Regno Unito, in Sudafrica e in Brasile ), destano preoccupazione per la capacità di sfuggire alla protezione fornita dai vaccini.

I primi studi sembrano confermare questi timori.

Un primo report pubblicato su The New England Journal of Medicine ( NEJM ), con dati preliminari e ancora da confermare, ha indicato che il vaccino Pfizer-BioNTech potrebbe avere un’efficacia ridotta di ben due terzi.

Del vaccino di Moderna non si hanno ancora sufficienti informazioni, ma la sua struttura e la tecnologia a RNA messaggero ( mRNA ) è analoga a quella di Pfizer & BioNTech.

Nel dicembre 2020, nel Regno Unito era emersa la nuova variante individuata come B.1.1.7, cui è seguita quella scoperta in Sudafrica 501.V2 ( anche nota come B.1.351 ), in Brasile (P.1) e l’ultima, sempre nel Regno Unito, ma associata a viaggi in Nigeria.

Pfizer, società produttrice del vaccino Comirnaty ( BNT162b2 ), ha comunicato che la variante sudafricana potrebbe ridurre di due terzi l'efficacia di neutralizzazione della proteina spike del virus B.1.351 da parte del vaccino di Pfizer - BioNTech.
Lo studio è stato compiuto da ricercatori della Pfizer e della University of Texas Medical Branch negli Stati Uniti.

Riguardo al vaccino di Oxford - AstraZeneca, uno studio ancora non-peer-reviewed, su 2mila volontari di età media di 31 anni, ha mostrato che il vaccino fornisce una protezione minima contro i casi lievi e moderati di COVID-19, mentre dovrebbe difendere dalle forme gravi della malattia. ( Xagena_2021 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2021

Xagena_Medicina_2021