Olmetec nel trattamento dell’ipertensione
Olmesartan medoxomil ( Olmetec ), ai dosaggi di 10 mg, 20 mg, e 40 mg, trova indicazione nel trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale.
Olmesartan medoxomil è un potente antagonista selettivo del recettore dell’angiotensina II ( tipo AT1 ) efficace per via orale. Il suo effetto è di bloccare tutte le attività dell’angiotensina II mediate dal recettore AT1, indipendentemente dall’origine e dalla via di sintesi dell’angiotensina II. L’antagonismo selettivo del recettore dell’angiotensina II ( AT1 ) produce un aumento dei livelli plasmatici di renina e delle concentrazioni di angiotensina I e II e una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di aldosterone.
L’angiotensina II è il principale ormone vasoattivo del sistema renina-angiotensina-aldosterone e riveste un ruolo significativo nella fisiopatologia dell’ipertensione mediante il recettore di tipo 1 ( AT1 ).
Nei casi di ipertensione, Olmesartan medoxomil determina una riduzione a lungo termine, dose-dipendente, della pressione arteriosa. Non sono riportati casi di ipotensione dopo la prima somministrazione, di tachifilassi nel corso di trattamenti prolungati o di ipertensione da rebound all’interruzione della terapia.
La somministrazione di Olmesartan medoxomil una volta al giorno assicura un’efficace e costante riduzione della pressione arteriosa nelle 24 ore di intervallo tra una dose e quella successiva. A parità di dosaggio complessivo, la monosomministrazione giornaliera ha prodotto gli stessi risultati nella diminuzione della pressione arteriosa rispetto alla somministrazione del farmaco due volte al giorno.
Con un trattamento continuato, la riduzione massima della pressione arteriosa viene raggiunta entro le 8 settimane successive all’inizio della terapia, sebbene una sostanziale diminuzione della pressione arteriosa venga già osservata dopo 2 settimane di trattamento. Se utilizzato in associazione con Idroclorotiazide, si registra un’ulteriore diminuzione della pressione arteriosa e la co-somministrazione è ben tollerata.
Farmacocinetica
Olmesartan medoxomil è un pro-farmaco rapidamente convertito in un metabolita farmacologicamente attivo, Olmesartan, dalle esterasi nella mucosa intestinale e nella circolazione portale durante l'assorbimento dal tratto gastrointestinale. Non vi è traccia di Olmesartan medoxomil intatto o della catena laterale medoxomil intatta nel plasma o negli escreti. La biodisponibilità assoluta media di Olmesartan, nella formulazione in compresse, è stata del 25.6%.
Il picco medio di concentrazione plasmatica ( Cmax ) di Olmesartan viene raggiunto in media entro circa 2 ore dalla somministrazione per via orale di Olmesartan medoxomil; le concentrazioni plasmatiche di Olmesartan aumentano in modo approssimativamente lineare all'aumentare della dose orale singola fino a circa 80 mg.
La somministrazione di cibo ha effetti minimi sulla biodisponibilità di Olmesartan e, pertanto, Olmesartan medoxomil può essere somministrato a digiuno o a stomaco pieno.
Non sono state osservate differenze clinicamente rilevanti nella farmacocinetica di Olmesartan dipendenti dal sesso del paziente.
Olmesartan si lega fortemente alle proteine plasmatiche ( 99.7% ), ma la possibilità di interazioni clinicamente significative da spiazzamento del legame proteico tra Olmesartan ed altri farmaci ad elevato legame cosomministrati è bassa ( come confermato dall'assenza di un'interazione clinicamente significativa tra Olmesartan medoxomil e Warfarin. Il legame di Olmesartan con le cellule ematiche è trascurabile. Il volume di distribuzione medio dopo somministrazione endovenosa è di limitata entità ( 16-29 l ).
Metabolismo ed eliminazione: La clearance plasmatica totale è risultata pari a 1.3 l/h ( CV 19% ), relativamente ridotta se confrontata al flusso epatico ( ca. 90 l/ora ). Dopo assunzione di una singola dose per via orale di Olmesartan medoxomil marcato con 14C, il 10-16% della radioattività somministrata è stata eliminata con le urine ( in gran parte entro le 24 ore successive alla somministrazione ), mentre la restante radioattività è stata eliminata con le feci. In base a una biodisponibilità sistemica del 25.6%, si può calcolare che Olmesartan assorbito venga eliminato per escrezione renale ( per circa il 40% ) e epatobiliare ( per circa il 60% ). Tutta la radioattività recuperata è stata identificata come Olmesartan. Nessun altro metabolita significativo è stato identificato. Il circolo enteroepatico di Olmesartan è minimo. Poiché una grande quantità di Olmesartan è eliminata per via biliare, l'uso in pazienti con ostruzione biliare è controindicato.
L'emivita di eliminazione terminale di Olmesartan varia tra le 10 e le 15 ore dopo somministrazioni ripetute per via orale. Lo stato di equilibrio è stato raggiunto dopo le prime somministrazioni e nessun ulteriore accumulo è stato rilevato dopo 14 giorni di somministrazione ripetuta. La clearance renale è stata di circa 0.5-0.7 l/h ed è risultata indipendente dalla dose.
Farmacocinetica in gruppi speciali di pazienti: a) Anziani: Nei pazienti ipertesi, l'AUC allo stato di equilibrio è risultata maggiore di circa il 35% nei pazienti anziani ( tra i 65 e i 75 anni ) e di circa il 44% in pazienti molto anziani ( maggiore o uguale a 75 anni ) rispetto a pazienti più giovani. Ciò potrebbe essere dovuto, almeno in parte, ad una riduzione media della funzionalità renale in questo gruppo di pazienti; b) Alterata funzionalità renale: Nei casi di compromissione renale, l'AUC allo stato di equilibrio è risultata maggiore del 62%, 82% e 179% rispettivamente nei pazienti con compromissione renale lieve, moderata e grave, rispetto a soggetti con funzionalità renale normale; Alterata funzionalità epatica: Dopo somministrazione orale singola, i valori di AUC di Olmesartan sono risultati maggiori del 6% e del 65%, rispettivamente, in pazienti con compromissione epatica lieve e moderata rispetto a soggetti con funzionalità epatica normale. La frazione libera di Olmesartan a due ore dalla somministrazione era 0.26% nei soggetti sani, 0.34% nei pazienti con alterata funzionalità epatica lieve e 0.41% in quelli con alterazione moderata della funzionalità epatica. A seguito di somministrazioni ripetute in pazienti con alterazione moderata della funzionalità epatica, l'AUC media di Olmesartan era ancora maggiore di circa il 65% rispetto ai controlli sani. I valori medi di Cmax di Olmesartan erano simili nei pazienti con funzionalità epatica compromessa e nei soggetti sani. Olmesartan medoxomil non è stato studiato nei pazienti con alterazione della funzionalità epatica grave.
Posologia e modo di somministrazione
Adulti - La dose iniziale raccomandata di Olmesartan medoxomil è di 10 mg una volta al giorno. Nei pazienti per i quali questo dosaggio non garantisca un adeguato controllo pressorio, la dose di Olmesartan medoxomil può essere aumentata a 20 mg una volta al giorno come dose ottimale. Se è richiesta un'ulteriore riduzione dei valori pressori, la dose di Olmesartan medoxomil può essere ulteriormente aumentata fino a un massimo di 40 mg al giorno o può essere associata terapia con Idroclorotiazide.
L'effetto antipertensivo di Olmesartan medoxomil è sostanzialmente raggiunto entro 2 settimane dall'inizio della terapia e raggiunge il livello massimo entro circa 8 settimane dall'inizio del trattamento. Questi dati devono essere tenuti in considerazione nel pianificare un aggiustamento posologico per qualsiasi paziente.
Per una migliore compliance, viene raccomandato di assumere le compresse di Olmetec ogni giorno approssimativamente alla stessa ora, indifferentemente a digiuno o a stomaco pieno, ad esempio a colazione.
Anziani - Non sono generalmente necessari aggiustamenti posologici nei pazienti anziani. Se fosse necessaria la somministrazione della dose massima di 40 mg al dì, la pressione arteriosa deve essere attentamente monitorata.
Alterata funzionalità renale - Il dosaggio massimo nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata ( clearance della creatinina compresa tra 20 e 60 ml/min ) è di 20 mg di Olmesartan medoxomil una volta al giorno, a causa della limitata esperienza clinica con dosaggi maggiori in questo gruppo di pazienti. L'uso di Olmesartan medoxomil in pazienti con grave compromissione della funzionalità renale ( clearance della creatinina inferiore a 20 ml/min ) non è raccomandato, a causa della limitata esperienza clinica in questo gruppo di pazienti.
Alterata funzionalità epatica - Non sono necessari aggiustamenti posologici per i pazienti con compromissione epatica lieve. Nei pazienti con compromissione epatica moderata, la dose iniziale raccomandata di Olmesartan medoxomil è di 10 mg una volta al giorno e la dose massima non deve superare i 20 mg una volta al giorno. Nei pazienti con compromissione epatica che assumono diuretici e/o altri farmaci antipertensivi viene consigliato un attento monitoraggio della pressione arteriosa e della funzionalità renale. Non vi è esperienza dell'uso di Olmesartan medoxomil in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica, pertanto l'uso in questo gruppo di pazienti non è raccomandato. Olmesartan medoxomil non deve essere utilizzato in pazienti con ostruzione biliare.
Bambini e adolescenti - L' uso di Olmetec non è raccomandato nei bambini al di sotto di 18 anni a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull'efficacia.
Controindicazioni
Olmesartan medoxomil è controindicato in presenza di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Inoltre il farmaco non deve essere somministrato nelle donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, durante il periodo di allattamento.
Un’altra controindicazione è rappresentata dall’ostruzione biliare.
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Deplezione del volume intravascolare: Nei pazienti con ipovolemia e/o deplezione di sodio causate da dosi elevate di diuretici, ridotto apporto sodico con la dieta, diarrea o vomito, può verificarsi ipotensione sintomatica, specialmente dopo la prima dose. Tali condizioni devono essere corrette prima di iniziare il trattamento con Olmesartan medoxomil.
Altre condizioni legate alla stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone: Nei pazienti il cui tono vascolare e la cui funzionalità renale dipendono principalmente dall'attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone ( ad esempio, pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia o affetti da malattie renali, inclusa la stenosi dell'arteria renale ), il trattamento con altri farmaci che intervengono su questo sistema è stato associato a ipotensione acuta, iperazotemia, oliguria o, in rari casi, insufficienza renale acuta. La possibilità di effetti simili non può essere esclusa con gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II.
Ipertensione renovascolare: Nei pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale, o stenosi dell'arteria afferente al singolo rene funzionante, trattati con farmaci che intervengano sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, esiste un rischio accentuato di grave ipotensione e insufficienza renale.
Alterata funzionalità renale e trapianto renale: Se si somministra Olmesartan medoxomil a pazienti con compromissione della funzionalità renale, si raccomanda il controllo periodico dei livelli sierici di potassio e di creatinina. L'uso di Olmesartan medoxomil non è raccomandato in pazienti con grave compromissione della funzionalità renale ( clearance della creatinina inferiore a 20 ml/min ). Non esiste esperienza di somministrazione di Olmesartan medoxomil in pazienti sottoposti di recente a trapianto renale o in pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale ( clearance della creatinina <12 ml/min ).
Alterata funzionalità epatica: Non vi è esperienza in pazienti con compromissione grave della funzionalità epatica, e pertanto l'uso di Olmesartan medoxomil non è raccomandato in questo gruppo di pazienti.
Iperpotassiemia: L'uso di farmaci che intervengano sul sistema renina-angiotensina-aldosterone può determinare iperpotassiemia. Il rischio, che può essere fatale, è aumentato nei pazienti anziani, in quelli con insufficienza renale, nei diabetici, nei pazienti che assumono in concomitanza altri farmaci in grado di aumentare la potassiemia e/o nei pazienti con eventi intercorrenti.
Prima di prendere in considerazione l'uso concomitante di farmaci che intervengano sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, si dovrebbe valutare il rapporto beneficio rischio e si dovrebbero considerare altre opzioni.
I principali fattori di rischio da considerare per l'iperpotassiemia sono: a) diabete, compromissione della funzionalità renale, età ( maggiore di 70 anni ); b) associazione con uno o più farmaci che intervengono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone e/o integratori di potassio. Alcuni farmaci o classi terapeutiche di farmaci possono provocare iperpotassiemia: sostituti del sale contenenti potassio, diuretici risparmiatori di potassio, Ace inibitori, antagonisti recettoriali dell'angiotensina II, antinfiammatori non-steroidei ( inclusi gli inibitori selettivi Cox-2 ), Eparina, immunosoppressori come Ciclosporina o Tacrolimus, Trimetoprim; c) eventi intercorrenti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica, peggioramento della funzionalità renale, improvviso peggioramento delle condizioni renali ( ad esempio infezioni ), lisi cellulare ( ad esempio ischemia acuta degli arti, rabdomiolisi, trauma esteso ).
Nei pazienti a rischio deve essere effettuato un attento monitoraggio dei livelli sierici di potassio.
Litio: Come con altri antagonisti dell'angiotensina II, non è raccomandata l'associazione di Litio e Olmesartan medoxomil.
Stenosi della valvola aortica o mitrale; miocardiopatia ipertrofica ostruttiva: Come con gli altri vasodilatatori, si raccomanda particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi della valvola aortica o mitrale o da miocardiopatia ipertrofica ostruttiva.
Aldosteronismo primario: I pazienti con aldosteronismo primario non rispondono generalmente ai farmaci antiipertensivi che agiscano mediante l'inibizione del sistema renina-angiotensina. Pertanto, l'uso di Olmesartan medoxomil non è raccomandato nel trattamento di questi pazienti.
Differenze etniche: Come con tutti gli altri antagonisti dell'angiotensina II, l'effetto antiipertensivo di Olmesartan medoxomil può essere inferiore nei pazienti di colore, probabilmente a causa della maggiore prevalenza di bassi livelli di renina nella popolazione ipertesa di colore.
Gravidanza: Non si deve iniziare un trattamento con antagonisti dell'angiotensina II in gravidanza. A meno che la prosecuzione del trattamento con antagonisti dell'angiotensina II non sia considerata essenziale, nelle pazienti che abbiano pianificato una gravidanza esso dovrebbe essere sostituito da un trattamento antiipertensivo alternativo che abbia un riconosciuto profilo di sicurezza in gravidanza. Quando venga accertato uno stato di gravidanza, il trattamento con antagonisti dell'angiotensina II deve essere immediatamente sospeso e, se ritenuto appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa.
Come con ogni agente antiipertensivo, un'eccessiva diminuzione dei valori pressori in pazienti con cardiopatia ischemica o patologia cerebrovascolare ischemica può causare infarto miocardico o ictus.
Questo farmaco contiene lattosio. I pazienti con rari problemi su base ereditaria di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp-lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco.
Interazioni con altri farmaci ed altre forme di interazione
a) Effetti di altri medicinali su Olmesartan medoxomil
Integratori di potassio e diuretici risparmiatori di potassio: L'esperienza clinica indica che l'uso di altri farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina in associazione con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio o altri farmaci in grado di determinare un aumento dei livelli del potassio sierico ( ad esempio l'Eparina ) può causare un aumento del potassio sierico. Tale uso concomitante non è pertanto raccomandato.
Altri farmaci antipertensivi: L'effetto ipotensivo causato da Olmesartan medoxomil può essere potenziato dall'uso concomitante di altri farmaci antipertensivi.
Farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ): I FANS ( compresi l'Acido Acetilsalicilico a dosi maggiori di 3 g/die e gli inibitori selettivi Cox-2 ) e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II possono agire in modo sinergico riducendo la filtrazione glomerulare. Il rischio dell'uso concomitante di FANS ed antagonisti dell'angiotensina II consiste nell'insorgenza di insufficienza renale acuta. Si raccomanda di monitorare la funzionalità renale all'inizio del trattamento e di idratare regolarmente il paziente.
Inoltre, il trattamento concomitante può ridurre l'effetto antipertensivo degli antagonisti del recettore dell'angiotensina II, portando ad una loro parziale perdita di efficacia.
Altri farmaci: Dopo trattamento con antiacidi ( Magnesio alluminio idrossido ), è stata osservata una modesta riduzione della biodisponibilità di Olmesartan. La somministrazione concomitante di Warfarin e Digossina non ha effetto sulla farmacocinetica di Olmesartan.
b) Effetti di olmesartan medoxomil su altri medicinali
Litio: Aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di Litio e della sua tossicità sono stati riportati durante la somministrazione di Litio in associazione con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina e antagonisti dell'angiotensina II. Pertanto l'uso di Olmesartan medoxomil e di Litio in associazione non è raccomandato. Se l'uso di tale associazione fosse ritenuto necessario, si raccomanda un attento controllo dei livelli sierici di Litio.
Altri farmaci: Nel corso di studi clinici specifici condotti in volontari sani sono stati studiati Warfarin, Digossina, un antiacido ( Magnesio alluminio idrossido ), Idroclorotiazide e Pravastatina. Non sono state osservate interazioni cliniche rilevanti e, in particolare, Olmesartan medoxomil non ha presentato effetti significativi sulla farmacocinetica o la farmacodinamica del Warfarin o sulla farmacocinetica della Digossina.
Olmesartan non possiede effetti inibitori clinicamente rilevanti sugli enzimi 1A1/2, 2A6, 2C8/9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4 del citocromo P450 umano in vitro.
Gravidanza e allattamento
Uso in gravidanza: L'uso degli antagonisti dell'angiotensina II non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza . L'uso degli antagonisti dell'angiotensina II è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza. Dati epidemiologici sul rischio di teratogenicità successiva all'esposizione a bloccanti del recettore dell'angiotensina durante il primo trimestre di gravidanza non hanno portato a risultati conclusivi; tuttavia, un piccolo incremento del rischio non può essere escluso. Benché non vi siano dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti recettoriali dell'angiotensina, un simile rischio può esistere per questa classe di farmaci. A meno che la prosecuzione del trattamento con antagonisti dell'angiotensina II non sia considerata essenziale, nelle pazienti che abbiano pianificato una gravidanza esso dovrebbe essere sostituito da un trattamento antiipertensivo alternativo che abbia un riconosciuto profilo di sicurezza in gravidanza. Quando venga accertato uno stato di gravidanza, il trattamento con antagonisti dell'angiotensina II deve essere immediatamente sospeso e, se ritenuto appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa.
Nella specie umana, l'esposizione a trattamento con antagonisti dell'angiotensina II durante il secondo e terzo trimestre induce fetotossicità ( compromissione della funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo dell'ossificazione cranica ) e tossicità neonatale ( insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia ).
In caso di esposizione ad antagonisti dell'angiotensina II dal secondo trimestre di gravidanza, è raccomandata una valutazione ultrasonografica della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto antagonisti dell'angiotensina II dovrebbero essere posti sotto attenta osservazione per l'insorgenza di ipotensione.
Uso durante l'allattamento: Olmesartan è escreto nel latte materno dei ratti, ma non è noto se lo stesso avvenga nel latte umano. Le madri non devono allattare al seno durante il trattamento con Olmesartan medoxomil.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari. In caso di guida di autoveicoli o uso di macchinari, i pazienti che seguono una terapia antipertensiva devono tenere in considerazione la possibilità del manifestarsi di capogiri o sintomi di affaticamento.
Effetti indesiderati
A) Esperienza post-marketing: Dopo la commercializzazione sono state riportate le seguenti reazioni avverse. Sono state elencate per classi di organi e sistemi e classificate per frequenza adoperando la seguente convenzione: molto comune ( maggiore o uguale a 1/10 ); comune ( maggiore o uguale a 1/100, minore di 1/10 ); non-comune ( maggiore o uguale a 1/1.000, minore di 1/100 ); rara ( maggiore o uguale a 1/10.000, minore di 1/1.000 ), molto rara ( minore di 1/10.000 ) comprese segnalazioni isolate.
Reazioni avverse molto rare: Patologie del sistema emolinfopoietico: trombocitopenia; Disturbi del metabolismo e della nutrizione: iperpotassiemia; Patologie del sistema nervoso: capogiro, cefalea; Patologie respiratorie, toracichee mediastiniche: tosse; Patologie gastrointestinali: dolore addominale, nausea, vomito; Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: prurito, esantema, rash. Condizioni allergiche come edema angioneurotico, dermatite allergica, edema del viso e orticaria; Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: crampi muscolari, mialgia; Patologie renali e urinarie: insufficienza renale acuta e insufficienza renale; Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: condizioni asteniche come affaticabilità, letargia, malessere, astenia
Esami diagnostici: test di funzionalità renale anomali come ipercreatininemia e iperazotemia, e aumento degli enzimi epatici.
Sono stati riferiti casi singoli di rabdomiolisi in associazione temporale con l'assunzione di bloccanti dei recettori dell'angiotensina II. Tuttavia, non è stato stabilito un rapporto di causalità.
B) Studi clinici: Negli studi in monoterapia controllati con placebo in doppio cieco, l'incidenza complessiva di eventi avversi in corso di trattamento è stata del 42.4% con Olmesartan medoxomil e del 40.9% con placebo.
In studi in monoterapia controllati con placebo, l'unica reazione avversa da farmaci inequivocabilmente correlata al trattamento è stato il capogiro ( 2.5% di incidenza con Olmesartan medoxomil e 0.9% con il placebo ).
Nel trattamento a lungo termine ( 2 anni ) con Olmesartan medoxomil 10-20 mg una volta al dì, l'incidenza delle sospensioni dovute ad eventi avversi è stata del 3.7%.
I seguenti eventi avversi sono stati riportati in tutti gli studi clinici relativi ad Olmesartan medoxomil ( inclusi gli studi verso controllo attivo e verso placebo ), indipendentemente dal rapporto di causalità o dall'incidenza relativa al placebo.
Essi sono elencati per sistema e classificati per frequenza adoperando la convenzione sopra riportata: Patologie del sistema nervoso centrale: Comune: capogiro, Non-comune: vertigini; Patologie cardiovascolari: Raro: ipotensione, Non-comune: angina pectoris; Patologie dell'apparato respiratorio: Comune: bronchite, tosse, faringite, rinite; Patologie gastrointestinali: Comune: dolori addominali, diarrea, dispepsia, gastroenterite, nausea; Cute e annessi: Non-comune: eruzione cutanea; Patologie dell'apparato muscolo-scheletrico: Comune: artrite, lombalgia, dolori scheletrici; Patologie urinarie: Comune: ematuria, infezione del tratto urinario; Patologie sistemiche: Comune: dolore toracico, affaticamento, sintomi di tipo influenzale, edema periferico, dolore.
Parametri chimico-clinici: Negli studi in monoterapia, controllati con placebo, l'incidenza nel gruppo Olmesartan era superiore rispetto al placebo per quanto riguarda l'ipertrigliceridemia ( 2% rispetto a 1.1% ) e per l'aumento della creatinfosfochinasi ( 1.3% rispetto a 0.7% ).
Gli eventi avversi a carico dei parametri di laboratorio, segnalati in tutti gli studi relativi ad Olmesartan medoxomil ( inclusi gli studi non-controllati con placebo ), indipendentemente dal rapporto di causalità o dall'incidenza relativa al placebo, hanno riguardato: Patologie nutrizionali e del metabolismo: Comune: aumento della creatinfosfochinasi, ipertrigliceridemia, iperuricemia, Raro: iperpotassiemia; Patologie epatobiliari: Comune: aumento degli enzimi epatici.
C) Informazioni addizionali su popolazioni speciali: Nei pazienti anziani, la frequenza dell'ipotensione è lievemente aumentata da rara a non-comune.
Sovradosaggio
Sono disponibili solo dati limitati riguardanti il sovradosaggio nell'uomo. L'effetto più probabile causato da un sovradosaggio è l'ipotensione. In caso di sovradosaggio, il paziente dovrà essere attentamente controllato e il trattamento dovrà essere sintomatico e di supporto.
Non sono disponibili dati sulla dializzabilità di Olmesartan. ( Xagena_2008 )
Fonte: Scheda tecnica di Olmetec