Oncologia personalizzata: quale trattamento per il tumore della prostata ?
Ogni anno si registrano in Italia oltre 36.000 nuovi casi di tumore della prostata, una malattia che provoca più di 7.500 decessi l’anno. Presente in forma latente nel 15-30% delle persone di età superiore ai 50 anni e in circa il 70% degli ottantenni, il cancro della prostata è però in diminuzione come causa di morte, collocandosi al terzo posto nella scala della mortalità per tumori che riguarda, nella quasi totalità dei casi, maschi di età superiore ai 70. La fase metastatica rappresenta uno stadio avanzato della malattia, caratterizzato da una prognosi non favorevole e mortalità elevata. E la sede di metastasi più frequente è l'osso ( circa il 90% dei pazienti ), con notevoli ripercussioni sulla qualità di vita, anche per via dell'elevato dolore.
Trattamento
Abiraterone ( Zytiga ) è un farmaco orale per il trattamento del tumore metastatico alla prostata, mirato contro un enzima chiave della produzione di testosterone, il Cyp17.
Abiraterone è un inibitore potente e altamente selettivo che blocca il testosterone ( fattore di crescita delle cellule tumorali ) all'interno del tumore e in ogni sede di produzione. Ora la somministrazione è possibile prima della chemioterapia.
Lo studio clinico registrativo, multicentrico, randomizzato e controllato con placebo e Prednisone, ha dimostrato che il trattamento con Abiraterone acetato prolunga la sopravvivenza complessiva, con un'aspettativa di vita mediana aumentata fino a 34.7 mesi, e garantisce un maggior controllo del dolore, ritardando il ricorso agli oppiacei. Ha effetti positivi sulla qualità di vita ed è stato registrato anche un posticipo della chemioterapia per più di 2 anni.
L’Abiraterone ha anche migliorato la qualità di vita del paziente con metastasi ossee, riducendo l'incidenza di complicanze scheletriche come la frattura patologica e la comparsa di dolore.
Il Radio-223 ( Ra-223; Xofigo ) è un radiofarmaco ad azione specifica sulle metastasi ossee. Emette radiazioni alfa e ha dimostrato, rispetto ad altre terapie, di non indurre danni evidenti al midollo osseo. Migliora in modo significativo la qualità di vita dei pazienti e, oltre a incrementare la sopravvivenza, riduce il dolore osseo che contraddistingue la neoplasia. Il Ra-223 espone il paziente a dosi di radioattività estremamente basse e il suo impatto nell’ambiente è approssimabile a zero. Il Ra-223 può essere utilizzato solo dopo aver verificato la presenza di metastasi ossee.
I radiofarmaci alfa emittenti hanno la capacità di legarsi e agire solo sui tessuti malati risparmiando tutto ciò che sta attorno. ( Xagena )
Fonte: AIRO, 2015
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