AstraZeneca e gli effetti dello studio JUPITER sulle vendite di Crestor


19 Novembre 2008 - Il Wall Street Journal ha riportato che il ceo di AstraZeneca, David Brennan, in una conference call ha assunto un atteggiamento prudente riguardo alle ricadute commerciali dello studio JUPITER.

Le persone arruolate nello studio JUPITER presentavano all’ingresso valori bassi o normali di colesterolo LDL, ma alti livelli di proteina C-reattiva, un marker di infiammazione.

Il trattamento con Rosuvastatina ( Crestor ) ha permesso di abbassare i livelli della proteina C-reattiva ad alta sensibilità, riducendo nel contempo l’incidenza di rischio cardiovascolare e di mortalità correlata di quasi la metà.

La prudenza di Brennan ( we are only at the starting gate ) è giustificata da diversi fattori non ultimo l’approvazione di questa indicazione da parte delle Autorità regolatorie e il suo inserimento nelle lineeguida delle Società scientifiche.
Non sarà certo facile convincere i pazienti, persone apparentemente sane, a sottoporsi ad un trattamento farmacologico di lungo periodo.
Un’altra difficoltà è rappresentata dall’attuale scarso impiego da parte dei medici del test di misurazione della proteina C-reattiva.

La direttrice del NHLBI ( National Heart, Lung & Blood Institute / NIH ), a commento della presentazione dei dati, ha sottolineato che le informazioni ottenute dallo studio JUPITER sono molto importanti, perché forniscono ad oggi la più forte evidenza che la misurazione della proteina C-reattiva ad alta sensibilità rappresenti un utile marker per le persone a rischio di malattia cardiovascolare.

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