Inibitori COX-2, in gioco diversi miliardi di dollari
17 Febbraio 2005
Solo nel 2004, le vendite di Celebrex e Bextra, i due inibitori COX-2 di Pfizer, hanno generato più di 4 miliardi di dollari.
Il mercato degli inibitori COX-2 vede coinvolte anche Merck con Arcoxia, Novartis con Prexige e GlaxoSmithKline, che sta sviluppando un inibitore COX-2, denominato 381.
Tuttavia, il ritiro del Vioxx da parte di Merck per i gravi effetti indesiderati cardiovascolari ha posto, con molta probabilità, la parola fine allo sviluppo tumultuoso di questo settore.
Secondo Ned Braumstein, Senior Director dei Merck Research Laboratories, i dati evidenziano che il rischio cardiovascolare del Vioxx può essere esteso anche agli altri farmaci COX-2 ( effetto di classe ).
Pertanto, tutti gli inibitori COX-2 sarebbero associati ad una potenziale cardiotossicità.
Pfizer contesta l’ipotesi che tutti gli inibitori COX-2 siano pericolosi.
A sostegno delle sua tesi, Pfizer riporta un’analisi di 41 studi in cui il Celebrex non avrebbe provocato un aumento del rischio di infarto miocardico e di altri eventi cardiovascolari.
Lo studio APC, interrotto prima del tempo, ha invece evidenziato un aumento del rischio cardiovascolare anche con il Celebrex.
Secondo Garret FitzGerald della Pennsylvania University esiste evidenza che i farmaci COX-2 provochino un aumento della pressione sanguigna e favoriscano la formazione di trombi, anche se è ancora da definire l’entità del rischio per ciascun inibitore COX-2.
XageneFinanza2005