Tumore alla prostata: rischio di recidiva fino al 40% dei casi anche dopo 10 anni


Dallo studio EMBARK è emerso che i pazienti colpiti da recidiva biochimica di tumore alla prostata possono giovarsi dei benefici di Enzalutamide ( Xtandi ). Rispetto alla castrazione farmacologica la nuova terapia si è dimostrata più efficace, non deteriora la qualità di vita e soprattutto non compromette le funzioni sessuali.

Fino al 40% dei casi il carcinoma prostatico tende a ripresentarsi anche a distanza di 10 anni.

Enzalutamide è un inibitore del recettore degli androgeni e agisce bloccando l’attività del testosterone. Può limitare il ricorso alla castrazione farmacologica che, per quanto efficace, provoca effetti collaterali importanti soprattutto in ambito della sfera sessuale.

Lo studio EMBARK ha coinvolto complessivamente 1.068 uomini colpiti da neoplasia, in cura presso 244 diversi centri di 17 nazioni.
I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: 355 pazienti sono stati trattati con Enzalutamide più terapia di deprivazione androgenica ( Leuprolide ), 358 con placebo più terapia di deprivazione androgenica e 355 solo con Enzalutamide in monoterapia.

Con la sola somministrazione di Enzalutamide la maggioranza dei pazienti è riuscita a mantenere inalterata la funzione sessuale e quindi la libido e l’erezione. Inoltre, il farmaco non compromette la qualità di vita complessiva e contiene sintomi frequenti come stanchezza, debolezza o disturbi urinari. Il farmaco garantisce benefici a lungo termine in quanto ritarda o riduce la comparsa di metastasi a 5 anni dell’80%, in monoterapia e dell’87% in combinazione con Leuprolide. Infine rallenta il tempo alla progressione dei valori della proteina PSA ( antigene prostatico specifico ).

Si registrano in Italia ogni anno più di 40.500 nuovi casi di tumore alla prostata per un totale di 564mila uomini che vivono con questa malattia oncologica. Gli uomini coinvolti nella ricerca internazionale presentavano una neoplasia in fase precoce, non-metastatica, ormono-sensibile e avevano già subito trattamenti chirurgici o radioterapici. ( Xagena_2023 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2023

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