Colonizzazione batterica delle vie aeree durante il periodo neonatale: rischio successivo di sibili ricorrenti e di asma


Ricercatori della Copenhagen University Hospital, a Gentofte, in Danimarca, hanno condotto uno studio per individuare una possibile associazione tra la colonizzazione batterica dell’ipofaringe nei neonati asintomatici ed il successivo sviluppo di difficoltà respiratorie ricorrenti, asma ed allergia, durante i primi 5 anni di vita.

Lo studio è stato compiuto su bambini, nati da madri asmatiche, facenti parte del Copenhagen Prospective Study on Asthma in Childhood.

Sono state fatte colture dai campioni ipofaringeali di 321 neonati di 1 mese di età.
Il 21% dei bambini è risultato positivo a Streptococcus pneumoniae, Moraxella catarrhalis, Haemophilus influenzae o a una combinazione di questi batteri.
La colonizzazione con uno o più di questi batteri, ma non la colonizzazione con Staphylococcus aureus, è risultata significativamente associata a sibilo respiratorio persistente ( hazard ratio, HR= 2.99 ) ed ospedalizzazione per sibili respiratori ( HR=3.85 ).

La conta egli eosinofili ematici e della IgE totale a 4 anni d’età è risultata aumentata nei bambini colonizzati durante il periodo neonatale da Streptococcus pneumoniae, Moraxella catarrhalis, Haemophilus influenzae o da una combinazione di questi organismi, ma non si sono verificati effetti significativi riguardo ai livelli di IgE specifica.

La prevalenza di asma e la reversibilità della resistenza delle vie aeree dopo la somministrazione di beta2-agonisti a 5 anni di età è risultata significativamente aumentata nei bambini colonizzati da questi batteri in età neonatale, rispetto ai bambini non colonizzati ( 33% vs. 10% e 23% vs. 18%, rispettivamente ).

Lo studio ha accertato che i neonati con regione ipofaringeale colonizzata da S. pneumoniae, H. influenzae, or M. catarrhalis o da una combinazione di questi batteri, hanno un rischio maggiore di sibili ricorrenti e di asma nel corso della loro vita. ( Xagena_2007 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2007