Riduzione delle biopsie con l’ultrasonografia con elastografia
L’elastografia, associata agli ultrasuoni, permette di distinguere tra le lesioni mammarie maligne da quelle benigne, riducendo in tal modo il ricorso alle biopsie.
Secondo l’American Cancer Society quasi l’80% delle lesioni alla mammella, sottoposte a biopsia, si rivelano benigne.
L’elastografia misura la compressibilità e le proprietà meccaniche di una lesione. I tumori maligni tendono ad essere più rigidi rispetto ai tessuti circostanti, mentre le lesioni benigne sono più comprimibili.
Uno studio ha valutato l’elastografia rispetto all’ultrasonografia a livello mammario in 179 donne. Sono state compiute biopsie su 134 lesioni solide identificate.
E’ stato riscontrato che l’elastografia correttamente identifica il 98% delle lesioni cancerose e l’82% delle lesioni benigne; è emerso che l’elastografia era più accurata rispetto all’ultrasonografia nel valutare la dimensione delle lesioni.
In un’altro studio, è stato osservato che l’ultrasonografia ad alta frequenza associata ad elastografia permette di distinguere tra lesioni cutanee benigne e maligne, migliorando l’efficienza della diagnosi di tumore cutaneo.
Lo studio, compiuto su 40 persone, ha mostrato che le lesioni benigne presentavano più alti livelli di elasticità, mentre le lesioni cancerose erano meno elastiche.
Il rapporto di elasticità tra la cute normale e le lesioni adiacenti variava tra 0.04 e 0.3 per le lesioni benigne ed era superiore a 10 per le lesioni maligne.
Fonte: Radiological Society of North America, 2009
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