Molti interventi di angioplastica non sono necessari nei pazienti con coronaropatia


Uno studio, presentato nel corso del Meeting dell’American College of Cardiology, ha mostrato una simile incidenza di mortalità, di infarto miocardico, di ictus e di ospedalizzazione tra i pazienti sottoposti a terapia medica o ad angioplastica.

Lo studio COURAGE ha arruolato 2287 pazienti con evidenza di malattia cardiaca.
Tra il 1999 ed il 2004, i Ricercatori hanno assegnato in modo casuale 1149 pazienti all’intervento di angioplastica oltre alla terapia medica, e 1138 a ricevere solo terapia medica ottimale.

L’endpoint primario composito dello studio era rappresentato da morte per ogni causa ed infarto miocardico non-fatale.

Dopo 4,6 anni di follow-up, l’endpoint primario è stato raggiunto nel 19% dei pazienti che hanno ricevuto angioplastica come trattamento iniziale, contro il 18,5% dei pazienti sottoposti solamente a terapia medica. Una differenza statisticamente non significativa.

Lo studio era stato disegnato per dimostrare la superiorità dell’angioplastica associata alla terapia medica, rispetto al solo trattamento medico ottimale.

L’angioplastica rimane elettiva nell’infarto miocardico. Nel corso degli ultimi anni gli interventi di angioplastica sono stati eseguiti anche su pazienti anginosi che dovrebbero invece essere trattati solo farmacologicamente. ( Xagena_2007 )

Fonte: American College of Cardiology – Annual Meeting, 2007